giovedì 22 settembre 2011

Only for Fans

Vi ho messo un pò di gadget a lato.
Ci sono i pesciolini che se ci muovete sopra il mouse vi vengono dietro e se cliccate mettete la pappa e vengono a mangiare.
I riassuntini dei post più popolari (casomai ve ne fosse sfuggito qualcuno!) e  più sotto trovate buona musica e potete pure , addiruttura , in esclusiva, condividermi su Fb e Twitter. WOW! sò proprio evoluta...
Questo tutto per i miei 8 lettori fissi e quelli misteriosi in numero non identificato.
(il 2222 m'ha gasato....)

Piccoli adolescenti crescono

"cough cough....mi sento un pizzicore alla gola..."
"cough cough adesso la gola mi fa proprio male..."
"ahhhhhhhhh, non riesco a deglutire, non posso magiare..."
"forse mi verrà la febbre"
"ahh ahh ahhh ahia, non posso nemmeno parlare , domani non posso andare a scuola"
"cough cough, ahhhhh, ahhh mi fa male la gola e ho mal di testa...."
" adesso ho mal di gola e ho giramenti di testa..."
"cough ahhhh ah ehmmm eeehmmm, la gola mi fa proprio male , ho bisogno di gelati, sento di poter mangiare solo quelli, però non mi portare limone, anche se so che fa bene, vorrei del fiordilatte"
" ahhh con i gelati va meglio, la gola, però adesso ho la testa che rimbomba"
"perchè la testa rimbomba? mi sembra piena di acqua e fa male ahhh ahhhh"
"cough cough , ora mi è tornata la tosse, mi pizzica la gola e però ho meno raffreddore"
" potresti ricomprarmi dei gelati? ho finito tutta la vaschetta che avevi portato ieri. Oggi mi fa di nuovo male la gola, meglio dei ghiaccioli"
"ahhh ahhh aaahiiia, la gola fa meno male , perchè i ghiaccioli hanno fatto bene, ma la testa fa maaaleeee! mi gira e rimbomba. perchè rimbomba?"
" ohhh ohhh ahhhh....adesso è quasi sparito il dolore alla gola, forse ha fatto bene la propoli che mi hai comprato. però ora fa malissimo l'orecchio. mi dai la tachipirina? perchè la testa e l'orecchio insieme danno fastidio"
"senti se ho la febbre? io me la sento la febbre...non ho la febbre? strano..."
"può rerstare Michele? mi ha portato i compiti, gli attacco qualcosa? cerco di non tossirgli in faccia"
"ahhh ohhh ohhh adesso si è spostato dietro la testa, il mal di tesa è andato dietro la testa...."
"oggi va molto meglio...la gola mi fa meno male , però mi fa male l'orecchio. che cosa prendo per l'orecchio?"
"mamma! adesso mi sento meglio , però mi fa male la testa. Sembra tutto ovattato..."
"cough   cough , stupida tosse...lo sciroppo omeopatico anche se c'è dentro il succo di mela non mi piace. Ma sono finiti tutti i ghiaccioli?"
"oddio...mi senti se brucio? io mi sento la febbre"
"non so se posso tornare a scuola. non vorrei attacare qualcosa a qualcuno..."
"domani sono pronto a tornare a scuola. mi sento bene..."
"io domani non so se ce la faccio a tornare a scuola. Mi fa ancora male l'orecchio..."
"visto che non c'erano i ghiaccioli ho mangiato il gelato al pistacchio che avevi nel surgelatore..buono però e poi sento che mi ha fatto benissimo!"
"aahhhh ohhhh ahhhh che mal di testa. ora si è spostato tutto a sinistra...chissà perchè..."
"ahia ahia ahia , adesso si è spostato tutto sulla fronte...chissà perchè"
"cough cough , ma perchè tossisco ancora?"
 "ahiia ahiiaa adesso mi si è messo qui al centro della testa..."
"vorrei dormire, ma ho troppo mal di testa...giocherò con un pò con la wii..."

L'adolescente s'è beccato il primo male di stagione.
Non so se per sua indole o se perchè c'ero comunque io a disposizione, ma è stato un rompiballe come pochi in questi 3 giorni a casa.
E' stato tutto un declamare i vari stati evolutivi del suo raffreddore, continuamente, con pause di 10 minuti al massimo.
Andava in camera, faceva una riga di compiti e lo sentivo dopo poco trascinarsi verso di me con un nuovo bollettino.
E' cresciuto e come ogni buon maschio che si riguardi, ha cominciato ad avere quel particolare tipo di malattia tutta maschile ovvero la : oddio come sto male, sto per morire.
Inutili tutti i medicinali omeopatici e rimedi naturali, con intermezzi di farmaci tradizionali.
Lui sta male e deve assolutamente farcelo sapere.
Eppure da piccolo era bravissimo e sopportava dolori e febbre quasi stoicamente, addirittura quasi senza la coadiuvazione di farmaci.
Ora , da quando ha scoperto gli antidolorifici ne vorrebbe in continuazione. Io tengo duro con l'omeopatia, che comunque si autosomministra in modo un pò altalenante. 5 palline ogni 10 minuti oppure saltando per ore.
Tre giorni a casa senza scuola,  dove si è riconsolato con qualche decina di ore di tv vista mentre era solo in casa. In tre giorni ha sviluppato una dipendenza da Sex in the city e Bones , degna di una casalinga stressata.
Ha divorato un kilo di gelato ananas, limone e fiordilatte, una confezione da 10 ghiaccioli è evaporata, due confezioni di budini alla soja mangiati, a suo dire, con fatica e svariati yogurt con cereali (quelli che si mischiano) deglutiti con commento.
Finiti pure 4 tubetti di globuli , una bottiglietta di sciroppo omeopatico per tosse, smezzata bottiglietta di tintura madre di propoli,  il tutto accompagnato da varie bustine di antidolorifico.
 Adesso dice di star bene. Domani può tornare a scuola.
Salvo, avverte,  ricadute dell'ultimo momento e dipiacendosi di non poter più vedere i telefilm che passano la mattina.

mercoledì 21 settembre 2011

wow! 2222 visitatori. fico!

bhè è un bel numero...liscio, tondo , per niente satanico ( e comunque sarà un problema di quando arriverò ai 6666 lettori)...mi piace questo 2222.
Grazie a tutti!

martedì 20 settembre 2011

re-re-re-inserimento

E per il terzo anno avevo sottovalutato la difficoltà dell'inserimento del nano in una struttura atta ad accogliere nani.
Il primo inserimento al  primo anno di nido , chissà perchè, l'avevo pensato una paseggiata credendo il nano capacissimo  di inserirsi in un ambiente nuovo, capace di sopportare il distacco da mamma e papà e capace di vivere insieme ad altri nani interagendo allegramente. Me lo vedevo li,  giocare pacificamente mentre mi salutava con la manina.
E invece un mese di pianti e tragedie, passato nel cortile del nido in attesa della telefonata , che puntuale giungeva dopo massimo 20 minuti : "signora, il nano sta piangendo disperatamente, lo venga a prendere..." e che ha lasciato nel pupo traumi da abbandono , ancor oggi non rimossi.
E quasi un mese di aspettativa per motivi familiari, poco gradita dalla scuola dove allora insegnavo.
Siccome poi il nido è stato un gran successo per il resto dell'anno, chissà cosa mi ha detto il cervello quando sono andata a fare serena e ottimista il secondo inserimento per il secondo anno di nido.
"Vado li, sto un pochino e poi mi allontano, tipo,  a fare un pò di spesa; dopo un paio di ore torno..."
Come se il primo anno non fosse mai esistito!
La mia faccia deve essere stata assai stupita e alquanto scossa quando mi sono ritrovata il nano piangente ed urlante aggrappato alle gambe , impedendomi di muovermi in assoluto, mentre tutti gli altri nanetti, compagni di primo anno, se ne stavano tranquillamente a giocare.
La mia disinvoltura non era stata gradita dal figliolo, il quale ha tenuto a sottolineare, che no, non sarebbe stato così facile liberarmi di lui dopo un'estate passata insieme, molto intimi e vicini.
Questa volta me la sono cavata con 2 settimane di inserimento , seduta sulla panchina del girdino, assediata da nanetti+nanogeloso.
Per fortuna avendo inziato con i primi di settembre ho dovuto prendere solo pochi giorni di aspettativa rispetto l'inizio del nuovo anno scolastico.
Adesso il grande salto. Per come sono ridotte le strutture e l'organizzazione delle scuole romane (nonchè lo spirito delle povere maestre), il salto poteva benissimo essere un mortale carpiato, con avvitamento, finale fantozzianamente di pancia e nel vuoto più assoluto. Pare invece che ci sia andata bene, almeno con la nostra maestra (una sola perchè siamo in attesa della seconda incaricata dal provveditorato). La struttura è decentemente sostenuta dalla volontà delle maestre e dei genitori e nell'insieme da una bella sensazione. E' una materna a metodo Montessori e a quanto sembra , il metodo viene seguito come si deve. Malgrado la carenza di molte cose. Sono rientrata nell'incubo dell'approvvigionamento continuo di carta igienica, rotoloni, sapone e risme di fogli A4, che con il passaggio dell'adolescente alle medie avevo già rimosso dalla memoria.
Per questa terza volta invece, mi sono avvicinata all'inserimento timorosa. Messa ormai una pietra sopra le limitate capacità dei miei figli di inserirsi in ambienti nuovi in modo disinvolto, ci sono andata pronta a passare altre settimane sugli scalini in attesa di essere richiamata.
Ho dovuto aggiungere giorni di aspettativa al mio inutile curriculum scolastico, devastato da anni di precariato , orari ridotti, maternità e permessi di ogni tipo e portando un pò di scompiglio nella  scuola dove lavoro, rendendo poco felice chi si occupa dell'orario e attirando altra attenzione sulla mia persona da parte del già sopracitato Preside (notare che mi viene sempre da scriverlo con la P maiuscola...).
E così è andata. Solo che la maestra in piena difficoltà da sovraffolamento nani e sottonumero maestre, mi ha chiesto di rimanere direttamente dentro. Il nano è stato due giorni piegato sulle mie gambe a piangere senza voler aprire gli occhi e totalmente schermato dal resto dei piccoli che ogni tanto venivano a vedere cosa stesse facendo il loro coetaneto apparentemente impegnato in una strana preghiera.
Durante il we abbiamo lavorato sulla psiche del nanetto, ripetendogli come un mantra cose del tipo: " lunedì andiamo ancora all'asiloooooo??? ci sono gli amichettiiiiiii!!!" ; " la mastra Sonia cosa suona? la campanellaaaaaaa!!" ; "l'asilo è beeeelllooooo! ci sono i giochiiiiiii, si dipingeeeee, si va in giardinooooo..." (il tutto immaginatevelo con un tono cantilenante e finto convincente).
Ma lui non si è scomposto minimante.
A tutti ripeteva tranquillo: "si , ma io piangio!".
Impassibile, convinto e deciso. Io piangio!
Siete tutti avvertiti , non pensate di cavarvela così a basso costo. Io piangio!
Non vi illudete, non vi rilassate. Io piangio!
Ve lo dico tranquillamente, adesso , in modo che voi vi possiate organizzare al meglio per la settimana entrante. Io piangio!
E così ieri ho richiamato scuola , ho allungato ancora il brodo dell'aspettativa, l'homo ha visto come fare per prendere qualche mattina e mi sono seduta rassegnata sugli scalini, in compagnia però di un'altra mamma di un altro irriducibile dell'inserimento. Ad aspettare e a stringere affettuose e consolatorie amicizie.
Ma poi ripensando a me e alla mia vita trascorsa, non posso fare a meno di ricordarmi piccola come il nano, mentre aspetto al recinto del giardino dell'asilo mia madre che viene a consolarmi. Io che le tengo la mano, che non voglio lasciarla andare , mentre tutti gli altri bambini giocano festanti.
E poi di nuovo il distacco e pianti a dirotto per l'ora sucessiva.
E il mio asilo era anche bellissimo, me lo ricordo bene. Pieno di giochi e di attività avvenieristiche  considerando l'epoca e considerando che questo asilo era in Belgio.
La maestra la mattina faceva accoglienza , suonandoci il piano con allegre canzoncine e la mia manualità penso sia venuta fuori dal gran numero di lavoretti che ci facevano fare.
C'era la buca della sabbia in-door (date le assurde temperature dell'inverno) e una stanza piena di giochi tra cui un bellissimo banchetto del mercato in scala bambino. Costruzioni giganti e strutture di legno che non ho mai più rivisto in nessuna scuola italiana.
Avevo una compagnetta di banco con un nome simile a Cristine Carton (così la chiamavo io) e mi piaceva un certo Stephanò. Ci davano un delizioso latte al cioccolato con la cannuccia e biscottini allo zenzero. Ma io comunque la mattina piangevo sempre. Anche se mamma cercava di rialzarmi la serotonina con dosi massicce di cioccolata Cotè d'Or lungo il tragitto.
Ricordo chiaramente che il camminare al buio della mattina non mi piaceva e addormentarmi con il sole ancora alto mi sconvolgeva. Quindi non ci sorprendiamo se ancora oggi ho i ritmi sfasati del sonno.
Un conto è viverci costantemente e un conto è essere imprintati in un certo modo nell'età evolutiva e poi riabituarsi ai ritmi e climi mediterranei.
Avevo sempre pensato che questi fossero i motivi del mio pianto per tre anni di asilo belga.
E invece adesso penso di essere stata semplicemente una bambina emotiva e di aver generato figli emotivi.
Si perchè anche l'adolescente all'inserimento della materna , 10 anni or sono, aveva pianto per mesi. Solo che l'avevo rimosso.

lunedì 12 settembre 2011

Effusioni da Preside

Oggi prendo servizio.
Scuola semideserta.
Io non avevo classe.
Sbrigo tutte le pratiche del caso, fogli , carte e tutto il resto.
Vado nell'ambiente comune.
Vicino a me circa 10 persone, ognuno a chiaccherare e prendere caffè.
Ambiente rilassato e conviviale.
Io che metto il soldino nella macchinetta del caffè, dietro di me arriva il Preside.
"Buongiorno Professoressa...vedo che appena arrivata ed è già a rifoccillarsi...".
Qundi mi vuole bene no?
Buon anno scolastico a tutti.
Questa è la mia 30a campanella. Trillate da studentessa e trillate da proff più o meno.

giovedì 8 settembre 2011

Incarichi e carichi

Il provveditorato mi ha convocata.
E quindi io vado.
Vado a riprendere le mie ore e spero la mia classe, composta da belle menti e da belle persone, cosa che non succedeva da anni.
Dopo, con il mio foglietto in mano, vado a riprendere contatto con il Preside , che non ho mai capito bene se non mi può vedere o se verso di me prova un sentimento quasi paterno , tale da farmi rimproverare per qualsiasi cosa, dalla macchinetta del caffè, agli alunni che mi aspettano, secondo lui, nel corridoio, al fare silenzio solo a me durante un collegio docenti rumorossissimo.
Mi ha rimproverato anche per delle virgole messe male in una pubblicazione scritta dagli alunni.
 La mia speranza è che il tipo di rimprovero sia di carattere paterno. Altrimenti devo considerare seriamente l'ipotesi di stargli un pò sui maroni.
Poi , sbrigate le pratiche burocratiche , dovrei prendere il volo ( ma con la macchina) ed andare a fare una fiera di 2 giorni con le mie nuove collane e la mia vecchia amica.
Spero di vendere pure il tavolino, perchè indietro con tutta sta roba non ci voglio tornà.
AU REVOIR

mercoledì 7 settembre 2011

Scene da Tram Tram quotidiano

Sono 13 anni che aggiusto macchinine e trenini, che metto cordicelle alla fine di un furgoncino per legarlo ad un altro furgoncino.
So tutto su come è fatta una Burago, quali sono i primi pezzi che si romperanno e come sistemarli.
Tra l'altro, in 13 anni, la produzione è passata dall'Italia alla Cina e adesso le Burago , oltre ad essere più care , si rompono subito. Specie le ruote anteriori. Ne abbiamo alcune dell'adolescente sane e di  ultime, rotte e sverniciate.
I trattori e i treni invece, continuano ad affascinare generazioni di maschi, attraversando spazio, tempo ed epoche.
Il nano gioca con un treno vecchio dell'adolescente e ne ha di nuovi suoi. Quello vecchio ultimamente se lo mette tutto lungo nel lettino prima di dormire e guai se non lo ritrova la mattina.
E  mi tocca aggiustare e rimediare ai segni del tempo  anche per questo trenino.
Ho un furgoncino dei carabinieri da ricostruire e vari "nino-nino " ( sarebbero le sirene ) da rincollare.
Quando l'adolescente era piccolo sapevo disegnare gru di ogni tipo , anche con relative zoommate su quelli che lui chiamava "ingranaggi".
Però non amava particolarmente le macchinette, lui le prendeva a calci. Per dire, non ha mai fatto quella cosa di far camminare la macchinetta su ogni bordo, profilo e muretto, imitandone il rumore e parlandoci sopra.
Questa è una cosa che mi ha sempre affascinato dei maschietti, fin da quando lo vedevo fare a mio cugino.
Al nano invece piace, come gli piace fare le file lunghissime di macchine oppure parcheggiarle tutte a spina di pesce sul tavolino prima di andare via.
In effetti è da rabbrividire, fa un pò "a letto con il nemico". Messe in ordine decrescente quasi equidistanti l'una dall'altra.
Però con una in mano è capace di passarci ore.
Il mio intervento è richiesto qualora si presenti uno dei seguenti casi:
si rompe un mezzo (oppure qualsiasi altro giocattolo);
un mezzo deve essere attaccato ad un altro tramite ganci esistenti ma anche e soprattutto non esistenti;
uno dei mezzi coinvolti nel gioco ( quindi legato con cordicelle) si rifiuta di stare alle regole del gioco catapultandosi spesso su un lato;
le ruote non girano bene o non girano per niente ( questa è una cosa capace di fargli partire una vena);
aprire sportelli , portabagagli e vani motore ( non vi dico cosa succede quando un mezzo ha solo stampata la sagoma dello sportello...),
quando deve caricare un mezzo sopra un altro ( tipo macchinetta dentro camion) e non coincidono le proporzioni;
cambio di batterie;
eventuali e varie.
In pratica io partecipo , mio malgrado , attivamente al gioco.
Negli altri giochi la mia presenza è meno richiesta, per fortuna.Le altre cose hanno meno intoppi tecnico/logisticistici.I cavalli, le mucche, il banco da lavoro e le costruzioni sono di facile gestione e decisamente più collaborative.
Non so se avere una madre con grande manualità abbia giovato o no i miei figli.
Vedendo l'adolescente forse direi di no.
Io davanti al giocattolo rotto o in difficoltà non resisto e non mi limito ad aggiustarlo mettendogli una "striscia di nastro collante monodirezionale" (Bazz lightear docet)  no, io lo ricostruisco e se riesco lo riporto ostinatamente a come era prima.
Di conseguenza l'adolescente è cresciuto convinto che a tutto si possa rimediare e che soprattutto sia io in grado di farlo, sempre. Il nano ultimamente, da quando ha capito di avere mamma MacGyver in casa , mi porta qualsiasi cosa rotta, anche in modo insignificante.
Altra conseguenza è che l'adolescente non ha mai provato a rimettere a posto un solo pezzo  di giocattolo o altro perchè tanto c'ero io.
Ma pure io però sono un pò cretina...
Il nano ha rotto un intero furgoncino e io ne ho raccolto tutti i pezzettini e adesso è li in una busta nell'attesa di essere rimesso su strada. me ne potevo fregà NO?
Sospetto che questo sia qualcosa di carmico...desideravo cucire vestitini per la Barbie e mettermi lo smalto sulle unghie con le mie figlie femmine. Zac , fulminata.
Tutta la vita a raccogliere mutande e calzini, a lavare panni intrisi di fango e a riparare comioncini. Il mio guru/osteopata , dice che in un'altra vita sono stata ripudiata e quindi devo rimediare in questa vita l'odio per gli uomini di allora.
Cioè , IO ripudiata e sempre IO che devo risolvere il problema di elaborazione? Questa cosa non mi è chiara.

giovedì 1 settembre 2011

Ricordi di una caviglia sana

Forse l'ho già scritto , non ricordo , ma io e l'homo ci siamo conosciuti ai piedi di una falesia, mentre arrampicavamo. Stessa parete , diversa difficoltà.
Anzi per la precisione, io arrampicavo su una via creata dall'homo in persona e a voce alta maledicevo  chi aveva fatto tale via, sottogradandola decisamente. Dalla via vicina sento poi uno che dice : " l'ho fatta io...". Ovviamente gelo e consapevolezza di aver fatto la mia solita figura di mierd, (tempo dopo avrei scoperto che questa via era dedicata alla sua ex, spacciata come tale ma che ex non era proprio...)
La seconda gaffe nei confronti dell'homo, assurdamente messa in fila nemmeno 10 minuti dopo , l'ha fatta la mia amica con la quale ero andata ad arrampicare.
Erano vicini a fare da sicura (perchè nel frattempo mentre io vegetavo sulla solita via, lui aveva finito, smontato e faceva già sicura al suo amico) e parlando scoprono di aver frequentato la facoltà di fisica, ovviamente uno l'aveva conclusa da tempo, l'altra la stava frequentando ancora e continuando lei se ne esce con un tremendo : " ma, ai tempi suoi..." che ho sentito stridere da 4 metri di altezza.
Per fortuna le cose poi sono andate meglio. Abbiamo continuato a parlare senza ulteriori intoppi durante la giornata e a sorpresa, prima di andare via,  l'homo mi ha chiesto a bruciapelo il numero, proprio mentre ero al telefono con il mio di allora fidanzato. Non ricordo bene cosa mi sia passato per la mente, ma fatto sta che il numero l'ho mollato subito, mettendo però discretamente la mano sul microfono per non far sentire la cosa all'altro.
Tra questa giornata di metà ottobre e la metà di luglio dell'anno dopo , sono passate vicende lunghe e anche dolorose. Ci siamo presi e lasciati varie volte, amati e allontanati. Abbiamo almeno per un paio di volte tentato di dimenticarci, senza la minima possibilità di successo. Esistevano difficoltà che in quel momento ci sembravano stupidamente invalicabili.
Ma in tutto questo trambusto abbiamo cominciato ad arrampicare insieme e insieme abbiamo continuato.
Senza di lui avrei smesso, perchè nel frattempo avevo anche attivato un bel trauma da incidente di montagna.
Negli anni che sono seguiti insieme a l'homo ho acchiappato la catena da prima e ho amato la roccia come fosse una persona cara, mi sono sparata la traversata del monte Bianco e vie multi tiri.
Poi il declino. Una laurea da conquistare studiando nei week-end e poi la gravidanza hanno segnato il mio allontanamento dall'arrampicata.
Adesso mi dispiace, la sento come qualcosa di tremendamente lontana, non ricordo quasi più il contatto con la pietra e andare ad arrampicare con il nano a seguito mi sembra cosa assurda.
Mi sono rimaste le passeggiate in montagna, il trekking se vogliamo chiamarlo con il suo nome.
Quello si che mi piace, specialmente quando i sentieri lasciano spazio al respiro e al godere del paesaggio, senza toglierti il fiato in assurdi pendii , offrendoti anche se possibile, un terreno non assurdamente impervio.
Mi piace vedere i fiori e riconoscere le erbe, mi piace il cielo, che sia limpido o con rincorsa di nuvolaglie.
Mi piace da impazzire il vento quando è lieve ma presente, con quel rumore che solo in montgna sa essere compagnia.
Amo vedere i disegni di luce e ombra susseguirsi sulle pareti e nelle valli. E amo gli altipiani. Mi piace da impazzire l'improvviso aprirsi su un'immensa spianata, verde e tranquilla, se possibile con mucche e cavalli.
L'ultima passeggiata che abbiamo fatto prima di andare via dalla valle, mi ha regalato prati di stelle alpine, a distesa , come mai avevo visto in vita mia.
Però il cammino era di quelli impervi di cui parlavo.
Durante gli ultimi 100 mt sono caduta e ho detto ciao, ciao,  anche alla seconda caviglia.
In effetti questo post riassuntivo, piuttosto inutile direi, nasce dalla riflessione di come mi sia potuta giocare tutte e due le caviglie in 5 anni e su dove e quando avessi lasciato l'altra.
Ho ricordato che la destra l'ho mollata sotto una falesia di Ripa Maiala, cadendo da una pietruzza dall'altezza cretina. Subito dopo ci ho caricato una gita scolastica a Barcellona, tanto per finirla di distruggere proprio nel momento in cui avrei dovuto riposare per salvarla.
Poi la gravidanza e il mio relativo peso non piuma, hanno finito di comprometterla.
Durante le passeggiate,  al subentrare della stanchezza,  la sopracitata caviglia smetteva di assistermi, regalandomi deliziose distorsioni alla sinistra.
Fino a domenica,  dove sono caduta rovinosamente su una discesa spaccaginocchia,  ma dove non sono stata soccorsa da nessuno perchè tutti convinti che stessi facendo foto macro sdraiata nell'erba.
A parte il farmi vedere e sicuramente curare , adesso sono con caviglia sinistra dolorante gonfia e violacea. La destra per simpatia e per sovraccarico , ha deciso di unirsi alla festa e ora fa male pure lei.
Mi rifiuto di pensare che siano gli evidenti segnali del corpo in disfacimento da over-over 40.
Certo che per fare questo anello di post, cominciando da quando ci siamo conosciuti io e l'homo per concludere sulla mia caviglia sinistra ce n'è voluto....
Olè!