martedì 10 gennaio 2012

Il sogno robotico

Questo è veramente un post da CarloePaolaueddingh.
È una di quelle situazioni al limite di Sandra e Raimondo o da Furio e Magda forse.
All'homo gli è presa la mania di programmare di elettrodomestici.
Il suo sogno è quello di una casa super automatizzata.
È profondamente attratto da tutto quello che , secondo lui , può far risparmiare tempo.
Sogna uno di quei robottini aspirapolvere che puliscono in ogni dove della casa e poi si vanno a riporre da soli nella loro cuccia, ma peccato che per usarli in modo efficace uno debba vivere in una Katei giapponese, dove minimalismo e semplicità sono le caratteristiche fondamentali e non in un campo minato da macchinine, trenini, scarpe dell'adolescente, borse della sottoscritta e zaini del sudetto padrone di casa.
È intimamente attratto dal Bimby che molti dei nostri amici possiedono e che puntualmente ne decantano le autonome prodezze;
Peccato che comunque per organizzare una automatic-cena tu in casa debba esserci lo stesso , che gli ingredienti tu li debba come minimo lavare e affettare e si suppone almeno la tua presenza nel momento della messa in tavola, o dell' impiattamento, come amano dire gli chef.
Tutte cose queste, che per via degli orari assurdi dell'homo, rendono l'utilizzo del Bimby totalmente inutile.
E comunque il Bimby lui ce l'ha. Si chiama moglie ed è automatizzata in modo stupefacente.
Prepara la cena, aiuta l'adolescente a sbrigare i compiti, ripara macchinette e seda liti tra gatti, tutto nel mentre della cottura del risotto e del pollo.
Aspira nel giro di pochi anni a rinchiudere tutti i nostri saperi, immagini, libri, musica, film e storia personale, in immenso archivio digitale, con sede dentro un hard disk dalle capacitá assurde e sborone, completamente accessibile da ogni finestra mutimediale della casa e in ogni parte del mondo.
ICloud ci farà un baffo...
Dice che tra una manciata di anni potremmo gestire la casa da fuori. Accendere luci, riscaldamenti, pappa ai gatti. Si tratta solo di rendere un momento più accessibili questi software.
Non ha fatto bene i calcoli con il sovraccarico di corrente. A casa nostra se attacchi la lavatrice non puoi avviare il forno,se accendi il bollitore devi stare attento al microonde.
È quindi fondamentale la scelta della successione del funzionamento di questi mezzi.
E per il momento lui è qui che trova il miglior sfogo alle sue ambizioni tecnologiche.
Programma lavastoviglie,lavatrice e asciugatrice.
La sera lo vedi li davanti che calcola i tempi di una in successione all'altra, in modo da:
Non sovrapporsi;
Non disturbare il vicino rompimaroni che sente la centrifuga;
Trovare tutto fatto la mattina.
Pretende a volte la mia collaborazione, ignorando il fatto che a me invece non riesce assolutamente programmare niente!
Non dico dal punto di vista tecnico, cioè di spippolare sui tastini dei timer.
No, a me riesce impossibile programmare gli eventi, tutti.
Dal vestiario della mattina alla cena della sera e tutto quello che può esserci in mezzo.
Quindi quando stasera pretendeva di sapere a che ore a me servisse finita lavastoviglie e lavatrice, abbiamo scazzato.
Nella mia mente alquanto confusionaria ma abile nel gestire le sovrapposizioni e le esigenze, ingenuamente pensavo di attaccare lavatrice poco prima di andare a dormire, programmare la macchina del pane per le 4 di mattina circa( però questa cosa mi viene bene...) e domani mattina, con tutta calma, mandare la lavastoviglie, che era la meno urgente di tutte.
Nella lavatrice c'erano le scarpe puzzone dell'adolescente e quelle scaccate del nano.
La discussione che ne è nata ha rasentato l'assurdo e devo dire anche l'esilarante.
Lui che continuava a ripetermi: "dimmmi a che ore ti serve tutto finito...a che ore è il pane? Quando ti servono le scarpe? Quando deve partire la lavastoviglie?"
Io che più lui mi incalzava di domande e più non riuscivo ne a rispondere, ne a capire la minima utilità della sua App mentale.
Io sono abbastanza basic e soprattutto a volte, non mi frega veramente niente di pianificare anche solo una cosa.
Dover sapere per forza a che ore comincia, a che ore finisce, cosa fare e perchè fare, mi fa sanguinare il cervello e se l'occasione per quella volta me lo permette, ignoro.
Capisco che vivere vicino a me deve essere faticoso a volte, ma si tratta solo di un altro tipo di organizzazione e non è detto che debba essere solo confusione.
Riesco a fare tutto faticosamente, è vero, ma è per non permettere a tutto quello che c'è fuori di entrare e devastare, anche in modo tecnologico se vogliamo.
Una App per tutto, un elettrodomestico per tutto, un timer per tutto.
No, io non ci sto molto dentro.
Io amo la tecnologia, adoro le nuove cose, ma non ci riesco a farmi ingoiare.
Mi rifiuterò sempre di credere alla voce metallica del navigatore per esempio.
L'esercizio dell'orientamento è una cosa fenomenale, forse una dei pochi istinti ancestrali che possiamo ancora coltivare.
Amo invece la connessione con il mondo, il poter scrivere ora qui, dal letto, su una tavoletta poco più spessa di un cm e sapere che forse domani mi leggerà la mia amica dalla scozia o l'altra dall'america.
Intanto sento la lavatrice che sbatte le scarpe e so che domani mattina faremo colazione con il pane di grano saraceno che ho impastato io a mano, perchè le pale della macchina del pane si sono scassate. Ecco, questa è una cosa odiosa...
Ma intanto adesso si è creata la crisi.
Lui è andato a letto incavolato e " sprogrammato" , intimamente deluso dalla mia incapacità di estendere un pensiero a lungo termine.
Io cerco di capire scrivendo qui, come si può risolvere questa cosa in modo poco tecnologico e molto umano...

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